Ci sono quei combattimenti che sembrano più un ultimo fossato che altro, tanto da sembrare persi in anticipo. Esempio: l’articolo “Dobbiamo salvare i parabeni” (perché Willy, è già stato fatto da molto tempo) è apparso nell’ultima newsletter di Detic (Associazione belga-lussemburghese di produttori e distributori di saponi, cosmetici, detergenti, prodotti di ‘manutenzione, igiene e articoli da toeletta, colle, prodotti correlati e attrezzature).
I parabeni hanno davvero qualità indiscutibili. Consentono di garantire la buona conservazione di molti prodotti cosmetici. Quest’ultime infatti contengono una parte più o meno importante di acqua (si, si, anche la tua crema antirughe con una componente rivoluzionaria e costosa). Tuttavia, l’acqua è un ambiente favorevole per la moltiplicazione dei microrganismi.
Quindi ecco una famiglia di molecole interessanti si potrebbe dire. Si ma. Questi conservanti sono riconosciuti come interferenti endocrini, vale a dire che disturbano il nostro sistema ormonale. I rischi riguardano in particolare il calo della fertilità. Dannazione, è davvero fastidioso. Così fastidioso che molte di queste molecole hanno già pagato il prezzo di severe normative europee.
Problema secondo il citato articolo: limitare il numero di molecole autorizzate come conservanti aumenterebbe il rischio di allergie (saremmo più spesso esposti alle stesse sostanze, poiché sono meno numerose). E allo stesso tempo sostenere la “chemiodiversità” (la moltiplicazione delle sostanze, qui i conservanti). Cercheremo nell’articolo un’evocazione, anche breve, dei rischi legati alle sinergie e all’effetto cocktail delle sostanze. Invano. Per quanto riguarda il ruolo di interferente endocrino, appunto. È che questi aspetti sarebbero stati imbarazzanti per il resto dell’argomento, dove l’associazione sbatte i prodotti “senza parabeni”, che sarebbero solo spaventapasseri di marketing.
LÖ, come consumatore informato, mi dirai: “sì, ma faccio i miei cosmetici da solo, senza conservanti”. Tuttavia, non riceverai le buone grazie di Detic. Anzi, saresti stato spinto a questa pratica “da alcune associazioni molto sconsiderate”, che è inconscia poiché “l’assenza di incidenti gravi è un miracolo”. E aggiungere in modo appena velato che è meglio affidarsi a prodotti commerciali (e preferibilmente con parabeni, quindi).
Ricorda che creare i tuoi cosmetici non è di per sé una pratica pericolosa. L’arringa di Detic equivarrebbe quasi a scoraggiare i consumatori dal cucinare il proprio cibo, quindi pensa, non si sa mai, non si conoscono le condizioni per conservare i prodotti freschi nei frigoriferi di tutti.
Fare i propri cosmetici infatti implica regole di buona pratica per garantire un risultato sicuro ed efficace (proprio come l’uso di cosmetici commerciali che suppone di rispettare la data di scadenza … Non giurerei che detta data sia scrupolosamente rispettata da tutti utenti).
Questo “vincolo” non è un motivo per privarsi dei prodotti fatti in casa. Dovremmo preferire mangiare (in senso figurato del termine, non so voi, ma chiudo la bocca quando faccio la doccia) della molecola conservante per essere sicuri – e ancora – di non rischiare nulla, possibilmente un intero? un po ‘microbico?
E tu, cosa ne pensi?
L’articolo originale di Detic è apparso nella loro ultima newsletter: www.detic-enterprises.be
E reazione, come un pesce d’ aprile di fine aprile, da Inter-Environnement Wallonie: www.iew.be